L'installazione, un muro fotografico e un video fa parte di un progetto più ampio che comprende altri due muri e una serie di mappe.
Il titolo, Mundus Patet, fa riferimento ad una antica festa romana, che avveniva il 24 agosto, al Palatino, e che celebrava ii mondo dei defunti, ma soprattutto il nascosto, il suolo, la terra.
II 24 agosto 2016 un terremoto ha distrutto la casa di famiglia e portato via tre persone care.
L'umano si intreccia al materiale di continuo: oggetti, costruzioni, paesaggi ed atmosfere si combinano con le nostre esistenze e agiscono sulle nostre storie in modi imprevedibili e misteriosi.
Negli intrecci della materia si ritrovano cosí le tracce dei diversi modi di abitare il mondo, frammenti di vite, culture e accadimenti che si legano e si sciolgono senza interruzione alcuna, tra realtà e ricordi, tra presente e passato. II forte legame con la realtà materiale, inoltre, ci ricorda che ascolto, attenzione e premura verso il mondo in cui siamo immersi, temporaneamente, dovrebbero fondare il nostro abitare la Terra.
Il lavoro consiste in una costellazione di 510 immagini riprese con uno scanner. Un archivio: 170 oggetti, la maggior parte vetri, appartenuti alle famiglia, 170 pietre che costituivano i muri della casa e 170 rami del meleto adiacente. Lo scanner utilizzato en plain air consente di registrare l'atmosfera che avvolge gli oggetti.
II video è costituito da una sequenza di immagini diagrammatiche del luogo, ovvero, la casa, il meleto e il paesaggio montano circostante, trasformate dall'oscilloscopio.
La traccia sonora, un canto di uccelli, è stata registrata durante un sopralluogo autunnale.

The installation, a photographic wall and video is part of a larger project that includes two other walls and a series of maps. The title, “Mundus Patet”, refers to an ancient Roman festival, which took place August 24, on the Palatine Hill, and celebrated the world of the dead, especially the hidden, the soil, the earth.
On August 24, 2016 an earthquake destroyed our family home and took away three loved ones. Human beings are intertwined with the material at all times: objects, buildings, landscapes and atmospheres combine with our existence and act on our stories in unpredictable and mysterious ways. Thus, in the interweavings of the material we find the traces of different ways of inhabiting the world, fragments of lives, cultures and happenings that bind and dissolve without any interruption, between reality and memories, between present and past.
The strong connection with a material reality, moreover, reminds us that listening, attention and caring for the world in which we are immersed, temporarily, should ground our inhabitation of the Earth.
The work consists of a constellation of 510 images taken with a scanner. An archive of 170 objects, most of them glass, that belonged to the family, 170 stones that formed the walls of the house and 170 branches of the adjacent apple orchard. The scanner used en plain air makes it possible to record the atmosphere surrounding the objects.
The video consists of a sequence of diagrammatic images of the place, namely, the house, the apple orchard and the surrounding mountain landscape, transformed by the oscilloscope. The sound track, a bird song, was recorded during an autumn survey.